Odio la gentilezza che trafigge
l’espressione innocente indossata per
mascherare l’invidia che consuma
e i guanti ricamati per non lasciare tracce.
Fuori tutto tace.
Pubblico vile, è la storia che si ripete.
Piatta.
Il cielo si é fermato
E nell’immensità nuvole di incendio
sospese
minacciano un precipizio silenzioso.
Stesso errore, stessa io.
Quante volte ancora?
La vanità crudele inganna le apparenze
e dalle apparenze soggiogati
si muovono con zelo i passi
diretti a soccorrere rovine.
Inciampano su esche
mirate al fallimento
esche progettate da arroganze
Gentilmente celate.
Intrepide si rialzano le intenzioni
sgradite come i fari che illuminano
angoli di sculture fatiscenti.
